An autonomous driving shuttle hits the road in Sweden

Una navetta a guida autonoma sulla strada in Svezia

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Bus a guida autonoma: una carta vincente per città più vivibili

Una nuova opzione nei sistemi di trasporto pubblico, che offre modi inaspettati di integrazione e interconnessione con le infrastrutture di mobilità già esistenti e tra i quartieri

veicoli a guida autonoma (AV) rappresentano l’ennesima tecnologia fantascientifica, uscita dal grande schermo per approdare nelle nostre strade. Protagonista in questo ambito è senza dubbio l’automobile, ma presto una nuova tecnologia inizierà ad attraversare i paesaggi urbani: l’autobus AV.

Dopo tutto, perché non dovrebbe essere una buona idea? Gli autobus a guida autonoma possono apportare una serie di benefici. Tendono ad avere costi operativi inferiori rispetto a quelli tradizionali e sono anche più sicuri, perché i sensori e le telecamere riducono il margine di errore umano. Senza dimenticare i vantaggi ambientali: per i sistemi che utilizzano veicoli a gas, la riduzione degli improvvisi arresti e accelerazioni che contraddistinguono la guida umana permetterebbe agli autobus AV a carburante di avere un profilo di emissioni più basso, grazie ad accelerazioni e decelerazioni più graduali. 

Le sfide però non mancano nemmeno per gli autobus AV. Gran parte dei risparmi operativi si deve alla riduzione dei costi per il personale, principalmente per la ridondanza dei conducenti. Questo aspetto potrebbe attivare gruppi di interesse politico particolarmente influenti, mentre i conducenti resterebbero disoccupati. Con meno "operatori umani” diminuiscono anche le componenti cruciali di un buon servizio clienti, soprattutto quando si tratta di gestire problemi di accessibilità, più facilmente risolvibili da una persona “in carne e ossa”.

Con queste premesse, vediamo cosa cambierebbe per gli utenti dei mezzi pubblici e come si configurerebbero le città del futuro.
 

Rinnovare una popolare modalità di transito

Tutti siamo abituati a veder circolare gli autobus pubblici sulle strade delle nostre città. Si tratta di un mezzo di trasporto economico per le zone urbane e conveniente per i residenti. Come si potrebbero inserire gli autobus AV in questo contesto? Per scoprirlo basta guardare l’esempio di Malaga, in Spagna, dove nel 2021 è stato introdotto il primo autobus elettrico di dimensioni standard d’Europa per una prova di tre settimane. Utilizzando sensori, telecamere e una tecnologia GPS che comunica con i semafori intelligenti, dal 20 febbraio al 13 marzo 2021 l’autobus ha percorso per sei volte al giorno gli 8 chilometri che separano il centro di Malaga dal porto.

Pur essendo autonomo, il veicolo non era tecnicamente “driverless”, visto che per l’intero progetto pilota un autista è rimasto sempre a bordo del bus, pronto a intervenire in caso di emergenza (e ad assicurare il rispetto della legge spagnola). I risultati dell’esperimento sono ancora in fase di analisi, ma non si sono verificati incidenti gravi e l’idea è di proporre nel lungo termine questo servizio come transfer dei passeggeri delle navi da crociera dal porto al centro storico di Malaga. Altri test con autobus AV di dimensioni standard sono in corso in tutto il mondo, con una sperimentazione iniziata a Singapore a gennaio 2021 e altre due a Edimburgo, Regno Unito, e in Michigan, USA, nel 2022.
 

Opzioni primo/ultimo miglio

In molte città, soprattutto nelle aree meno popolate, uno degli ostacoli principali a una più ampia diffusione dei mezzi pubblici è l’accesso: quanto più si deve camminare per raggiungere la fermata o la stazione, tanto maggiore è la probabilità che si opti per l’auto. Inoltre, per le amministrazioni cittadine è spesso difficile giustificare l’impiego di autobus di grandi dimensioni e l’assunzione di un autista per servire tali aree.

È proprio per questo che opzioni efficienti di “primo e ultimo miglio” (cioè quelle che trasportano l’utente da una fermata di transito alla porta di casa) sono cruciali per qualsiasi sistema di trasporto orientato al futuro. Per espletare questa funzione, sempre più pianificatori pensano proprio ai veicoli autonomi. Nella contea di Contra Costa, in California, le autorità di trasporto hanno ottenuto una sovvenzione di 7,5 milioni di dollari dal Dipartimento americano dei Trasporti per attivare il progetto Automated Driving Systems, nell’ambito del quale minibus autonomi, elettrici e a bassa velocità verranno pilotati per condurre i passeggeri alle loro destinazioni finali.

La prima linea del progetto collegherà i residenti di un centro per anziani di Walnut Creek a fornitori di beni e servizi essenziali in altre zone, mentre la seconda funzionerà come navetta ospedaliera a richiesta, accessibile con sedia a rotelle. L’obiettivo a lungo termine è fornire opzioni di transito di primo/ultimo miglio su piccola scala e facilmente accessibili che colleghino i residenti della East Bay di San Francisco alla rete di trasporti più ampia, come i treni e gli autobus della BART (Bay Area Rapid Transit). Questa forma di transito sta acquistando popolarità anche nel resto del mondo. La città di Amburgo, in Germania, sta per introdurre i minibus HEAT (Hamburg Electric Autonomous Transportation) per offrire ai suoi abitanti più opzioni di trasporto sul primo/ultimo miglio.
 

Integrazioni e intersezioni

Come suggerisce la crescente attenzione riservata alle soluzioni di primo/ultimo miglio, i collegamenti AV con altre forme di trasporto supportano ecosistemi di mobilità pubblica olistici. La promozione di altre modalità di transito sarà un importante fattore di successo per i sistemi di trasporto urbano. L’utilizzo di autobus AV per integrare e, in alcuni casi, persino sostituire elementi della più ampia rete esistente può contribuire a incoraggiare nuovi e vecchi utenti a provare questa tecnologia all’avanguardia. Un esempio è il progetto di Jacksonville, negli Stati Uniti, concepito per sostituire l’obsoleto sistema Skyway con autobus autonomi in grado di salire e scendere dalla vecchia monorotaia per le strade cittadine.

Utilizzare un’infrastruttura esistente è un modo ingegnoso per creare una rete di transito senza soluzione di continuità, che aggiunge una nuova ed entusiasmante opzione a una modalità di spostamento già nota. I treni della Skyway sono talmente obsoleti che andrebbero completamente sostituiti, la costruzione di nuovi binari per la monorotaia sarebbe proibitiva e la demolizione di quelli sopraelevati costerebbe decine di milioni di dollari, oltre al rimborso di un prestito federale da 90 milioni di dollari ottenuto dalla città per il piano originale. Progetti innovativi come questo svolgeranno un ruolo cruciale nel processo di integrazione degli autobus AV nelle reti di trasporto urbano e aiuteranno le città e i residenti a capire come potrebbero diventare la normalità quotidiana.

Con una pianificazione intelligente e lungimirante, le città possono sfruttare gli autobus AV per risolvere una serie di problemi di mobilità: dalla semplice riduzione dei costi e miglioramento della sicurezza sui percorsi esistenti, al rifacimento di interi sistemi sfruttando tecnologie più innovative. Gli autobus autonomi sono destinati a diventare un elemento chiave di una città del futuro che si professa innovativa, inclusiva e sostenibile: i decisori devono essere pronti a far strada.


Joseph Losavio - Come manager dell’Ecosystem Engagement & Development per Global Cities a Mastercard, si occupa della partecipazione in City Possible, la rete di Mastercard per lo sviluppo di soluzioni e l’acquisizione di competenze complementari per le città globali. In precedenza, è stato specialista nella tecnologia delle infrastrutture per il team Città, infrastrutture e servizi urbani presso il centro per la Quarta rivoluzione industriale del World economic forum e ha anche lavorato per diversi anni nel gruppo Altria. Detiene una duplice laurea all’università della California meridionale e un master in Studi internazionali avanzati alla scuola Johns Hopkins.

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