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Utopia o prossima rivoluzione? La forma delle smart city del futuro

Una linea nel deserto o moduli esagonali installati sugli oceani: ecco i progetti rivoluzionari di Neom, Oceanix City e altre smart city quasi utopistiche

La prospettiva di vivere in una smart city sta diventando una possibilità sempre più concreta anno dopo anno per un numero sempre maggiore di cittadini, man mano che le infrastrutture di Rete portano connessioni veloci e la digitalizzazione pervade ogni aspetto nel funzionamento delle città già esistenti, coniugando transizione tecnologica e green sia nei servizi pubblici che nel business. 

In alcuni casi governi, multinazionali e imprenditori si sono fatti promotori di progetti ancor più avanzati che sembrano designare realtà all’avanguardia ai limiti dell’utopia, i cui futuri abitanti potranno abitare smart city costruite da zero in un contesto apparentemente in grado di rispondere alle sfide ambientali e sociali, grazie a soluzioni urbanistiche inedite, quasi da fantascienza. Nonostante la sfida sia molto ardita, già dal 2025, i primi cittadini potrebbero insediarsi in alcune di queste comunità “del futuro”. 

Sono quattro i maggiori progetti, in attesa di passare dai rendering alla realtà, che secondo i promotori offriranno nuovi modelli di vivibilità.
 

The Line

Il primo progetto, The Line, ha l’ambizione di concentrare 9 milioni di persone a NEOM, la città verticale più lunga del mondo che attraverserà come una linea un’area desertica di 34 chilometri quadrati. Rappresenta la volontà del principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman, di restituire in prospettiva globale una nuova immagine del suo regno. NEOM promuove pratiche di sviluppo rigenerativo, introducendo un modello di sostenibilità urbana alimentato al 100 per cento da energia rinnovabile e che preserva l’ambiente naturale del 95%. 

The Line intende presentare un nuovo modo di impiegare gli spazi e di reinventare la vita urbana, con l’approccio Zero Gravity Urbanism, che prevede da una parte uno sviluppo verticale della città, con grattacieli disposti su stratificazioni e ricoperti da facciate che riflettano la natura circostante per meglio integrarsi col territorio, e dall’altra l’intenzione di voler porre al centro di ogni progettazione le persone. Le esigenze dei cittadini vengono soddisfatte tramite un efficiente approccio pedonale e di trasporti, tale da garantire una dimensione di viaggio esperienziale che permetta di esplorare la città su più livelli: dal basso all’alto, e anche attraverso. Tutti i servizi di pubblica utilità ed essenziali saranno raggiungibili a cinque minuti a piedi, senza dover utilizzare l'auto. Per attraversare la città da un capo all’altro, oltre a un sistema di trasporti automatizzati grazie all’intelligenza artificiale, verrà costruita una linea ferroviaria ad alta velocità in grado di completare il tragitto in soli 20 minuti.
 

Oceanix City

A Busan, Corea del Sud, si stima che entro il 2025 sarà completato il primo prototipo di città galleggiante sostenibile, grazie al progetto Oceanix che, a fronte delle emergenze climatiche previste nei prossimi decenni, cerca modi per garantire alle città costiere di espandersi con la costruzione di nuove terre, adattandosi all’innalzamento del livello del mare. Si tratta di una piattaforma esagonale alimentata da energia rinnovabile tramite la forza del vento e delle onde del mare, progettata per garantire la vista sul litorale e raccogliere ristoranti, terrazze comuni, negozi e aree residenziali, che accoglierebbero fino a 12mila persone, con un potenziale di espansione fino a 100mila.
 

Telosa

Negli Stati Uniti, Telosa è l’idea dell’imprenditore multimilionario Marc Lore per una città che sia esempio di equità e sostenibilità, in base a un modello di società che metta al centro l’uomo e l’ambiente. L’ambizione è realizzare nel 2030 una smart city che accolga all’inizio 50mila persone e ne ospiti in futuro fino a 5 milioni. Spazi pubblici immersi nel verde, priorità alla mobilità a emissioni zero e preservazione degli ambienti naturali sono, anche in questo caso, le fondamenta della progettazione urbana dall’architettura ecologica dello studio Bjarke Ingels. Il proposito è di impiegare materiali ecologici nella costruzione degli edifici che garantiscano una riduzione delle emissioni di carbonio. A Telosa, il concetto di equità si tradurrà, secondo la visione del suo ideatore, con l’instaurazione di un modello economico che coinvolga i cittadini nell’acquisto dei terreni della città in disuso per trasformarli in realtà sostenibili. Il nome che battezzerà la città deriva dall'antica parola greca usata da Aristotele che significa "scopo più alto", che si poteva ottenere, secondo i greci, facendo fiorire insieme individuo e società. 
 

Woven City

La quarta “città del futuro” sarà un ecosistema totalmente connesso e alimentato a idrogeno: si tratta di Woven City, progettata sempre dall’architetto danese Bjarke Ingels e promossa da Toyota. Sorgerà su un’area di 70 ettari alle pendici del monte Fuji, in Giappone, e sarà un “laboratorio vivente” dove verranno ospitati residenti e ricercatori impegnati nell’ambito della robotica, della mobilità personale e dell’intelligenza artificiale. Concepita per essere completamente sostenibile, ridurrà al minimo le emissioni di CO₂ tramite la combinazione di tecniche di falegnameria giapponese con moderne metodologie di produzione robotizzate.

Tra veicoli autonomi e vegetazione autoctona, l’intento è favorire la socialità e un rinnovato legame con la natura. Le prime 2mila persone a essere accolte saranno i dipendenti della Toyota Motor Corporation con le loro famiglie, ma in seguito l’invito sarà esteso anche a collaboratori e partner commerciali e accademici da tutto il mondo, per unirsi a lavorare e studiare in questo incubatore di sviluppo progettuale. La prima pietra è stata posata a marzo 2021, con l’obiettivo di realizzazione di una città a neutralità carbonica entro il 2050.


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