Labomar BCorp

Labomar è diventata azienda benefit nel 2020 e B Corp più tardi nel 2023

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«La sostenibilità è un cammino del valore che non si ferma mai»

L’esperienza di Labomar, compagnia B-Corp guidata da Walter Bertin, nel creare una catena del valore basata sulla filiera corta, il controllo delle materie prime, la ricerca e sviluppo di prodotti nutraceutici innovativi, progettati per il benessere dell’uomo e rispettose dell’ambiente

La nutraceutica sta emergendo come un pilastro essenziale nella promozione di stili di vita più sani e sostenibili. E non solo sta offrendo vantaggi significativi per la salute individuale ma anche per l’ambiente, rispondendo agli Obiettivi ESG dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Prima di esplorare il suo legame con la sostenibilità, è importante capire cosa si intende per nutraceutica.

Questo settore industriale si occupa della ricerca, dello sviluppo e della produzione di prodotti alimentari o integratori contenenti ingredienti bioattivi che forniscono benefici per la salute, oltre alla semplice nutrizione di base. Prodotti progettati per migliorare il benessere, mantenendo l’organismo in una condizione di equilibrio e di buona salute generale.

Walter Bertin (nella foto sotto, Ndr) è il fondatore e amministratore delegato di Labomar, un’azienda leader nel settore della nutraceutica, la cui avventura è iniziata nel retrobottega della farmacia di famiglia. Oggi la sua società (quasi 92 milioni di euro di fatturato nel 2022, attualmente partecipata dal fondo di private equity Charterhouse Capital Partners) è una delle più importanti realtà del comparto a livello nazionale, specializzata nello sviluppo e produzione di integratori alimentari, dispositivi medici, alimenti a fini medici speciali e cosmetici per conto terzi.

Labomar vanta un dipartimento di ricerca e sviluppo, Labomar Research, strutturato e all’avanguardia che consente lo sviluppo di progetti tailor made, anche grazie ai brevetti e formule proprietarie e l’ideazione di formulazioni ready to sell. Può inoltre contare su una squadra commerciale in grado di rispondere tempestivamente alle richieste del mercato e su un team Regolatorio che fornisce le più specifiche e aggiornate indicazioni sulle direttive e i regolamenti vigenti a livello internazionale nel settore.


 

Qual è lo stato dell'arte nel settore nutraceutico?

«Direi che gode di ottima salute. Soprattutto in Italia, dove siamo grandi produttori e anche consumatori di integratori. Il nostro paese è considerato un punto di riferimento per il settore, come accade per la moda, il design, il cibo. Allargando il campo, va detto che in particolare in Europa e in Nord America è aumentata la sensibilità e l’attenzione verso la prevenzione e l’invecchiamento della popolazione. In questo scenario, sia i gruppi nazionali che i big del pharma vogliono immettere nel mercato prodotti capaci di migliorare la qualità di vita delle persone».
 

Qual è la strategia di Labomar riguardo alla sostenibilità?

«Si tratta di più azioni, sicuramente una delle principali è la costruzione di una catena del valore sostenibile. Lo abbiamo fatto attraverso un piano a lungo termine di crescita per linee interne ed esterne che ci ha consentito di intensificare l’impegno in ricerca e sviluppo e di allargare la nostra rete. Consideri che la nostra espansione era già cominciata nel 2019 con Labomar Canada, a Montreal, per poi proseguire con Welcare in Umbria e Labiotre in Toscana nel 2021. Ciascuna di queste singole realtà, che sono entrate a far parte della famiglia Labomar, oggi continua ad aggiungere enorme valore al nostro lavoro integrando la filiera a monte e a valle. Questo è un punto chiave per noi».
 

Può fare qualche esempio?

«Per sviluppare un maggiore controllo sulle materie prime, che nel nostro settore provengono per l’80% dalla Cina, nel 2021 abbiamo acquisito Labiotre. Un’azienda italiana, con sede nel Chianti, che produce estratti vegetali con tecniche innovative e sta lavorando per incrementare l’approvvigionamento a filiera corta. Ma il presidio della filiera va oltre. Basti pensare che oggi il nostro gruppo comprende sia aziende direttamente produttrici, come Welcare (che realizza dispositivi medici in ambito dermatologico) e Labomar Canada (che produce prodotti farmaceutici, nutraceutici e cosmetici e che ci ha aperto le porte del mercato nordamericano) che distributrici, come la stessa Welcare. E questo è un grande vantaggio».
 

In che modo la sostenibilità è diventata una componente organica e strutturale nel gruppo Labomar?

«Nei mercati internazionali incontriamo grandi player che sono sensibili alla sostenibilità della catena del valore, questo è un dato di fatto. Nel nostro caso però altre ragioni, più profonde, che hanno mosso questo impegno. Sin dal primo giorno Labomar ha messo al centro il benessere delle persone e la sostenibilità fa parte del modo di pensare e di agire, a partire dalla relazione con le persone dentro all’azienda e con la comunità all’esterno. A portare avanti questo impegno in modo strutturato è il team di sostenibilità interfunzionale BeCircular con cui abbiamo definito un piano concreto di sviluppo».
 

Quali traguardi avete raggiunto con questo piano? Come siete cambiati?

«Innanzitutto nel 2020 siamo diventati società benefit, avviando un processo di contaminazione virtuosa che ha coinvolto anche le altre realtà del gruppo e i nostri stakeholder. Penso ad esempio a Labomar Canada, che ha conquistato lo stesso traguardo nel 2022 sulla scia del percorso avviato da Labomar. Ma non ci siamo fermati qui, perché nel 2023 abbiamo raggiunto un ulteriore obiettivo diventando azienda B Corp. Siamo così entrati in un percorso concreto di miglioramento continuo guidato da tanto impegno e ancora più entusiasmo. Del resto, sono convinto che la sostenibilità sia un cammino di creazione di valore che non si ferma mai».


Giuseppe Failla - Graduated in law, he began his carees as a correspondent for local publications in 1994 in Milan, where he works on the Tangentopoli affair, too. After a long time as a free lance he arrives in one of the major Italian radio and later he joins a financial newsroom, where he is editor in chief, today. He contributed for a long time with Il Foglio, Riformista, Indipendente and Panorama. He is also a media training teacher, today.

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