Aeroporti di Puglia si è “fatta in quattro” superando per la prima volta nella storia i 10 milioni di passeggeri nel 2024. Il presidente Antonio Maria Vasile racconta questo primato e i nuovi obiettivi della società per cogliere le opportunità di sviluppo, dopo l'ingresso nell'associazione Aeroporti 2030.
Presidente, quale ruolo hanno i 4 scali e quale futuro possiamo dare allo spazioporto di Grottaglie?
«Gli aeroporti di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie che costituiscono la Rete aeroportuale pugliese, hanno identità e vocazioni diverse. Per questo si è ritenuto di attribuire a ciascuno una propria identità: gli aeroporti di Bari e Brindisi continueranno a essere i principali hub passeggeri, con un network di collegamenti nazionali e internazionali sempre più ampio e strategico che connette la Puglia con il resto del mondo, a beneficio dei flussi ‘incoming’. Foggia, che registra numeri record, serve un’area vasta che non si limita al nord della Puglia. E infine Grottaglie, dove il futuro è ora e dove stiamo dando vita alla nostra visione futuristica: da piattaforma logistica e industriale ad avamposto per lo sviluppo del primo spazioporto italiano per voli suborbitali».
Quale sviluppo tecnologico e digitale è in programma?
«Ci concentriamo su quattro macro ambiti: efficientamento della gestione del flusso passeggeri; sistemi digitali per la gestione delle “operations” (Acdm, Apoc, Scada); sicurezza e protezione; data security & analytics. Il piano vuole rendere il sistema aeroportuale più efficiente, sicuro e in linea con le normative internazionali specifiche di settore e in tema di cybersecurity. Sono in corso progetti per l’efficientamento degli impianti Bhs di Bari e Brindisi, e a breve sarà disponibile una nuova control room centralizzata per il controllo delle infrastrutture aeroportuali. L’ultima fase sarà poi finalizzata ad aumentare la sicurezza fisica».
Quali sono le strategie di sostenibilità?
«La sostenibilità è trasversale in ogni nostra decisione. Le nostre strategie si inseriscono in un più ampio disegno di transizione ecologica e digitale, coerente con gli obiettivi dell’Unione Europea e del Green Deal, un impegno orientato a una sostenibilità integrata, che abbraccia ambiente, energia, mobilità e innovazione».
Come svilupperete il business?
«Il 2024 ha segnato un record per numero di passeggeri e intendiamo consolidare questa crescita. Di pari passo attraverso una serie di interventi di razionalizzazione, implementazione degli attuali spazi nelle aerostazioni di Bari, Brindisi e Foggia, opereremo per un incremento delle aree commerciali per migliorare l’offerta commerciale».
E sulle rotte?
«Dopo la novità assoluta rappresentata dal collegamento per New York, operativo da Bari dal prossimo 4 giugno, e l’avvio del volo Foggia - Monaco, la rete aeroportuale pugliese garantisce tra Bari, Brindisi e Foggia 160 destinazioni che coprono i principali hub europei e mercati turistici continentali. Un processo che non si arresta, tanto che sono stati già annunciati per la prossima stagione invernale i nuovi collegamenti per Chișinău (capitale della Moldavia, ndr) e per Erevan, capitale dell’Armenia, novità assoluta per la Puglia».
Quale idea di “passenger experience” avete?
«La nostra idea di passenger experience nasce da un concetto molto semplice, ma essenziale: ogni viaggio inizia molto prima del decollo. Vogliamo che i nostri aeroporti non siano solo luoghi di transito, ma spazi di accoglienza, inclusione e scoperta. Abbiamo immaginato ambienti moderni, digitali ma anche umani, dove la tecnologia non sostituisce il contatto, ma lo rende fluido, più rispettoso del tempo e delle esigenze del passeggero. Vogliamo che i nostri scali raccontino la Puglia: ognuno deve sentirsi parte di un racconto autentico come la nostra terra. Ripeto spesso: un aeroporto non è solo un’infrastruttura, ma è il primo sorriso che accoglie e l’ultimo sguardo che saluta».
Avete progetti per vertiporti in regione (es. per taxi droni UAM)?
«Stiamo lavorando a un progetto di rete aeroportuale di secondo livello che prevede la realizzazione in tutti i comuni della regione e nelle principali località turistiche la realizzazione di piattaforme destinate ad accogliere vertiplani di nuova generazione che consentano ai passeggeri, in arrivo e in partenza, spostamenti rapidi, moderni ed efficienti».
Come fornirete accessibilità per le aree periferiche del paese (ZES)?
«Attraverso un’integrazione capillare tra aeroporti e infrastrutture terrestri, come ferrovie e trasporto su gomma. Le ZES sono al centro della nostra strategia per attrarre investimenti industriali legati alla logistica e alla produzione avanzata».
Ci dà qualche previsione di mercato per l’anno in corso?
«Il nostro piano si muove lungo quattro direttrici fondamentali. Il primo è lo sviluppo della capacità infrastrutturale, per rispondere alla crescente domanda e migliorare l’accessibilità e l’intermodalità dei nostri scali. Il secondo riguarda l’adozione del modello di “aeroporto del futuro”, in cui digitalizzazione e innovazione tecnologica sono al servizio dell’efficienza e della sostenibilità ambientale. Poi c’è la valorizzazione e specializzazione dell’aeroporto di Foggia quale polo logistico per le emergenze di Protezione Civile, VVF, Asl/elisoccorso e il suo impiego quale concept per costruire una rete regionale di vertiporti dedicata all’advanced air mobility. Infine, lo sviluppo dell’aeroporto di Grottaglie come polo logistico industriale aeronautico».
A livello passeggeri cosa vi aspettate?
«Secondo le nostre previsioni, entro il 2035, la rete aeroportuale pugliese raggiungerà i 15,2 milioni di passeggeri. Per rispondere a questa crescita, stiamo attuando un piano di adeguamento infrastrutturale, la cui prima fase è già partita (2024-2027). Vogliamo evitare la saturazione e garantire standard elevati di servizio e l’efficienza operativa, grazie a soluzioni digitali e sostenibili».
Quali politiche e sinergie AdP vuole perseguire all’interno di Aeroporti 2030?
«Con Aeroporti 2030 condividiamo una visione moderna, orientata all’innovazione, alla sostenibilità e alla digitalizzazione. Riteniamo che gli scali del futuro debbano avere una visione di trasporto intermodale con un'impostazione che privilegi sostenibilità e innovazione».