According to a study, more than 80 per cent of professions will change between now and 2030

According to a study, more than 80 per cent of professions will change between now and 2030

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La rivoluzione del lavoro nella mobilità smart ed elettrica

Dalla cybersecurity alle infrastrutture elettriche, dai programmatori software agli esperti di idrogeno: le professioni nel settore automotive e mobilità stanno cambiando rapidamente e sono necessari programmi di continuo aggiornamento

La nuova mobilità e i rapidi cambiamenti che riguardano il suo sviluppo, come la digitalizzazione dei processi e delle infrastrutture, hanno investito in pieno il mondo del lavoro. Come un treno in corsa il cambiamento è arrivato e sta modificando professioni tradizionali che sembravano “intoccabili” includendo nuovi profili e skill apparentemente lontane dal mondo della mobilità e della tecnologia.

La rivoluzione più significativa, poi, è quella che sta impattando sulla formazione. Per avere il profilo professionale richiesto da un mercato in continua evoluzione il sistema accademico classico è sempre più integrato da master e formazioni, mirate e brevi, nate anche dalla collaborazione attiva tra imprese e multinazionali del lavoro. 

Una formazione “al servizio” del mercato, spiega a Infra Journal Salvatore Basile, Operation Manager di Experis Italia (ManpowerGroup) registrando questo nuovo megatrend che parte dalla formazione, passa dalle skills e approda in nuove figure professionali: dagli esperti di trasformazioni digitali critiche, agli specialisti di sensoristica, dai gestori di fabbriche dell’economia circolare, ai gestori di MaaS (Mobility as a Service), fino agli sviluppatori di simulatori digitali per l’automotive. Secondo lo Studio Predittivo sui profili e le competenze del futuro realizzato da ManpowerGroup e EY, sono oltre l’80% infatti le professioni che cambieranno da qui al 2030.
 

La nuova mobilità (smart ed elettrica) come sta cambiando il mondo del lavoro?

«Nel panorama della mobilità restano importanti figure come quelle legate all’ingegneria del veicolo, ma ora la nascita di tutta una serie di servizi legati alle tecnologie digitali hanno trasformato il contesto. Le nostre vetture sono più simili a dei telefonini e quindi è necessario approcciare tutta una serie di sistemi digitali e tecnologici che prima non c’erano. Le piattaforme saranno aggiornate come con i moderni cellulari, over-the-air. Ma questo porta con sé tutta una serie di problemi legati al cloud e alla cybersecurity. Un fiume di dati sarà condiviso, diffuso e analizzato, e questo dovrà essere fatto in modo sicuro. Si tratta, tra l’altro di piattaforme in continuo aggiornamento che stanno portando alla ribalta nuove competenze tutte nel campo dell’It e dell’Ict (Information and Communications Technology)».
 

Questo sta mandando in soffitta alcune figure professionali classiche?

«Le sta sicuramente trasformando. Se pensiamo all’ingegnere meccanico, capiamo bene che la sua base di conoscenze è ancora utile, ma che deve essere integrata con altre skills. In caso contrario risulterà meno rilevante per il mercato che in questo momento ha bisogno di figure che sappiano operare sulla parte elettrica e sulla trasformazione delle infrastrutture che girano attorno a questo mondo».
 

Si tratta di nuove competenze definite?

«In realtà il settore è talmente in movimento che le necessità del mercato del lavoro stanno cambiando e cambieranno molto rapidamente. Oggi è l’elettrico, ma domani potrebbero prendere piede anche le celle combustibili sul fronte delle infrastrutture a servizio della nuova mobilità e questo potrebbe quindi spostare la richiesta del mercato del lavoro più su esperti di idrogeno nonché sulle sue applicazioni a servizio della mobilità».
 

Quali sono dunque i settori in questo momento maggiormente coinvolti nella ricerca di personale?

«Il settore elettrico ma anche quello della cyber security, digitale e tecnologico. Ambiti verso i quali c’è un gap di offerta grandissimo: il 72% delle aziende italiane fa fatica a trovare lavoratori formati. Servono figure legate all’automazione, all’ingegneria del software e dell’intelligenza artificiale, un campo, quest'ultimo, che tra qualche anno arriverà a impiegare ben 97 milioni di persone».
 

Il mondo accademico non evolve abbastanza in fretta? Soluzioni?

«Sicuramente ha una staticità maggiore rispetto all’evoluzione rapida del mercato. Per questo si stanno cercando collaborazioni con il mondo accademico, ma soprattutto con quello industriale. La formazione sta diventando su misura e noi, ad esempio, come attore attivo abbiamo messo in piedi numerose collaborazioni con le grandi aziende della mobilità per dare vita a master e corsi di formazione mirati che possano andare a soddisfare la domanda e quindi permettere a domanda e offerta di incontrarsi».
 

Qualche esempio?

«Selezioniamo in generale un profilo dalla base solida, come può essere per esempio quello di un ingegnere elettronico e poi lo formiamo su basi specifiche. Ad esempio abbiamo attivato percorsi di formazione in collaborazione con tutte le più grandi aziende del settore dell’automotive. Sono tre gli ambiti in cui ci muoviamo: la formazione tecnica aziendale di upskilling e reskilling, talent bootcamp e junior program finalizzati all’inserimento lavorativo e Master di Alta Formazione».
 

Ci sono delle figure professionali lontanissime dal mondo della mobilità che oggi sono invece richieste?

«Sicuramente stanno assumendo un nuovo peso e coinvolgimento quelle figure che possono aiutare a decifrare l’esperienza di viaggio del veicolo e i servizi annessi. Una professionalità che mette insieme il marketing, ma anche il vissuto psicologico di un certo tipo di esperienza di viaggio e l’impatto sociologico dell’esperienza».


Sofia Fraschini - Giornalista economico-finanziaria, laureata in Sociologia a indirizzo Comunicazione e Mass media, ha iniziato la sua carriera nel gruppo Editori PerlaFinanza dove ha lavorato per il quotidiano Finanza&Mercati e per il settimanale Borsa&Finanza specializzandosi in finanza pubblica e mercati finanziari, in particolare nei settori Energia e Costruzioni. In seguito, ha collaborato con Lettera43, Panorama, Avvenire e LA7, come inviata televisiva per la trasmissione L’Aria che Tira. Dal 2013 lavora come collaboratrice per la redazione economica de Il Giornale e dal 2020, per il mensile del sito Focus Risparmio di Assogestioni.

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