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Mobilità a misura d’uomo: ecco le città che ci credono davvero

Mezzi pubblici, aree pedonali, mobilità dolce e stazioni di ricarica: sono solo alcune strategie per migliorare la qualità della mobilità urbana. Vediamo come ci provano le cinque città ai vertici nella sfida della sostenibilità, a livello mondiale

Soluzioni diversificate per una mobilità urbana sostenibile rappresentano la risposta alle sfide ambientali delle città, per diventare smart city proiettate nel futuro. Secondo il report Urban Mobility Readiness Index, realizzato dall'Oliver Wyman Forum e dall'Università della California di Berkeley, San Francisco, Stoccolma, Helsinki, Singapore e Zurigo (guarda la fotogallery collegata, ndr) sono le prime cinque su 60 in base a criteri di impatto sociale, infrastrutture, attrattività di mercato, efficienza e innovazione del sistema di mobilità locale. 

Condizioni di eccellenza, dove la gestione sostenibile della mobilità si sposa fra le altre cose con l’adozione di sistemi di trasporto intelligente, digitale e connesso. Non è un caso, per esempio, se quattro di queste città (Stoccolma, Helsinki, Singapore e Zurigo) adottano le soluzioni ITS di Yunex Traffic, compagnia acquisita da Mundys (allora Atlantia, ndr), nel luglio 2021. In questo scenario, la scelta di Milano (31esima) restituisce un confronto tra le top performer mondiali con il caso di una media metropoli europea. Il report, inoltre, vede Oslo al primo posto nell’impegno verso gli ecosistemi di mobilità “green” e sostenibili e Hong Kong verso i sistemi di trasporto pubblico.
 

Trasporto pubblico e pendolarismo

«Come dimostrato da Hong Kong, patria di quello che è ampiamente considerato come uno dei sistemi di trasporto pubblico più efficienti del mondo, l’investimento nell’infrastruttura di trasporto pubblico e nei servizi può spingerne l’utilizzo, per cui i mezzi privati giocano un ruolo secondario nel trasporto urbano - spiega Guillaume Thibault, partner e mobility co-responsabile, dell'Oliver Wyman Forum -. E, accanto a sistemi di trasporto di massa affidabili e ad alta densità, anche gli incentivi con sconti tariffari possono favorire l’uso del trasporto pubblico. Grazie al suo approccio unico il sistema è persino profittevole».

Per molte metropoli resta la necessità di scoraggiare la mobilità privata nel pendolarismo dall'hinterland, e di migliorare i collegamenti fra le città e le regioni per esempio con la ferrovia ad alta velocità, per i viaggi più lunghi. «In ogni caso, questi servizi devono essere convenienti e affidabili perché si verifichi un passaggio dal comfort dei veicoli privati - osserva Thibault -. L’istituzione di zone senza auto, a basse emissioni e tassare gli automobilisti per l’uso di alcune strade o di aree nelle ore di punta può scoraggiare l’uso del trasporto privato e favorire modalità alternative di trasporto. In aggiunta, i ricavi generati dalle tariffe possono essere reinvestiti nelle infrastrutture e nei servizi di trasporto, mentre le zone senza auto creano reti più sicure per incoraggiare la mobilità attiva pedonale e ciclabile».

La transizione green come sfida globale

Le soluzioni a “misura d’uomo”, le innovazioni tecnologiche green, elettriche e di sharing, fanno la differenza nel miglioramento del panorama urbano e della qualità di vita (in questo senso, anche altre ricerche, come l’Urban Mobility Index di Here, descrivono con ulteriori dettagli la trasformazione della mobilità nelle città leader nel mondo).

Diffondere una mobilità pulita basata sugli EV è la sfida attuale nei paesi più avanzati. Ma non tutte le città sono Oslo, pertanto come alimentare la transizione green nella mobilità, nei paesi in via di sviluppo?

«La decarbonizzazione della mobilità è costosa e le auto a batteria elettrica non sono ancora accessibili a un grande numero di clienti nei paesi sviluppati - racconta Thibault -. Finora, l'investimento è stata una barriera allo sviluppo di soluzioni per veicoli elettrici nei paesi in via di sviluppo, comunque; ci potrebbero essere opportunità per i paesi dove l'attuale proprietà di automobile è bassa, per sviluppare rapidamente forti mercati di EV e persino superare gli attuali leader nell'elettrificazione. Per esempio nel sud-est asiatico è comune possedere i motorini elettrici a due ruote per la loro convenienza e facilità d'uso. E' importante prendere in considerazione gli schemi locali di mobilità per identificare le migliori soluzioni. L'adozione di incentivi a può essere incoraggiata attraverso il credito fiscale, sussidi e sconti per il trasporto a basso carbonio, che aiutano a rendere più accessibile questa discipina.

Per un grande numero di paesi in via di sviluppo, fornire elettricità affidabile e conveniente è decisivo per attuare l'adozione dei veicoli elettrici e gli investimenti dovrebbero rivolgersi a migliori obiettivi. I produttori originari cinesi ottengono più successo nell'esportare EVs convenienti, rispetto ai loro colleghi d'Europa e Nord America. Le case produttrici cinesi stanno avendo successo esportando EVs più convenienti rispetto a quelle europee o nordamericane. Potrebbe essere la soluzione per supportare la transizione green in quei paesi».
 

San Francisco

La città del Golden Gate si avvale di un’eccellente attrattività di mercato grazie a università e imprese tech della Silicon Valley, con un florido ecosistema MaaS. Nonostante un’infrastruttura incentrata sulle auto, San Francisco ha investito fortemente in stazioni di ricarica, offre incentivi per l’acquisto di e-car (fino a 9.500$), ha introdotto misure di micromobilità (la rete ciclabile è cresciuta nel 2021 di circa 80 km) e ha istituito le slow streets dopo il Covid, per migliorare la sicurezza stradale.

Il traffico veicolare si è così dimezzato, quello pedonale è aumentato del 17% e quello ciclistico del 65%. La guida autonoma è stata testata sia come robotaxi che per le auto delle forze dell’ordine, non senza preoccupazioni di sicurezza privacy. Ciononostante, San Francisco resta indietro sui temi della mobilità sostenibile e del trasporto pubblico. Con poche fermate è necessario fare lunghi percorsi a piedi per raggiungerli e ciò determina un utilizzo relativamente basso dei mezzi pubblici.
 

Stoccolma 

Dotata di un efficiente sistema di trasporti e di una rete di metropolitana di 96 km, in funzione dalle 5 del mattino fino alle 3 di notte, Stoccolma è anche tra le città che più hanno investito nell’elettrificazione. Gli effetti si avvertono sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento acustico, mentre aumenta la domanda di stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Il parcheggio “Norra Stationsparken" in costruzione a Hagastaden, per esempio, sarà il settimo dotato al 100% di punti di ricarica (mille), diventando uno dei più grandi d’Europa, nella seconda città per quota di veicoli elettrici dopo Oslo. Il sistema di trasporto pubblico è denso, multimodale e con buone connessioni alla rete ferroviaria, sebbene il tasso di utilizzo resti relativamente basso rispetto ai veicoli privati e le soluzioni di mobilità attiva non vadano per la maggiore.
 

Helsinki

Con ampie zone car-free e un elevato numero di veicoli elettrici, Helsinki dispone di più di 4.500 biciclette, 750 elettriche e 457 stazioni con un tasso di utilizzo di oltre sei corse al giorno. Oltre alle biciclette (rimosse ogni inverno e riutilizzate in primavera) ci sono anche 15mila monopattini e 7mila sono concentrati nel centro città. Un’app per il trasporto pubblico integra la scelta per tutti i mezzi e consente di viaggiare con un biglietto valido per tutti, a prezzo accessibile. La capitale finlandese punta a diventare climate-neutral per il 2030, riducendo le emissioni di CO2 del 69% rispetto al 2005, nel settore dei trasporti.
 

Singapore

La città-stato, nota per l’alta densità abitativa, ricorre da anni alle tecnologie IoT e ai sensori di monitoraggio, per raccogliere dati sul trasporto urbano. La carta digitale cashless EzLink permette di collezionare big-data sui tragitti, l’affollamento e il tempo di percorrenza, informazioni utili per decidere interventi nei processi di urbanizzazione e nel miglioramento delle infrastrutture. La gestione della mobilità di Singapore si regge su policy lungimiranti relative al sistema di road-user charge.

Il modello MaaS offre, tramite l’applicazione “MyTransport”, un servizio personalizzato di navigazione con più modalità di trasporto, contribuisce alla diminuzione del traffico, per ridurre anche l’impatto inquinante. La micromobilità resta una debolezza, benché il raddoppio della rete ciclabile, dagli 530 a 1.300 km entro il 2030, sia tra gli obiettivi della Land Transport Authority (LTA). 
 

Zurigo

Il trasporto pubblico di Zurigo è tra i più efficienti e convenienti: tram e autobus sono i mezzi preferiti dei cittadini. Le aziende di trasporto sono unificate nello Zürcher Verkehrsverbund (ZVV) per viaggiare con un unico biglietto su tutti i mezzi dell’ampia rete urbana, compresi battelli, barche, cremagliere e funivie. Per diminuire le emissioni di CO2 e il traffico, compaiono soluzioni originali come veri e propri “eco drive-in” per ciclisti, per vivere la città “a portata di bici”. Un modello di “tecnologia lenta”, che però rischia di restare indietro rispetto alle città che utilizzano la metropolitana. L’approccio alla guida autonoma è cauto, ma le strade sono sicure e di alta qualità, con un basso tasso di incidenti e un sistema efficace di controlli.
 

Milano

Milano ha una rete multimodale ben connessa di nodi, stazioni e parcheggi di interscambio, per un trasporto pubblico veloce e conveniente. Nonostante regolamenti e incentivi per l’adozione di veicoli elettrici, l’infrastruttura di ricarica e la vendita di auto sono rimaste indietro. Secondo il report, la città non riesce a trarre vantaggio da un ambiente di innovazione, dal momento che poche compagnie del settore mobilità vi trovano sede e pochi brevetti It vengono presentati in Italia. L’uso di motociclette (5,88%) e la quota di persone che ormai lavorano da casa (8%), sono maggiori rispetto alle cinque città di vertice al mondo.


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