Lo skyline di Milano

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Trasporti, l’alba di un’Era sostenibile

La pandemia ci ha offerto l’occasione di ripensare alla mobilità con un occhio al Pianeta. Ecco come le città di Milano, Parigi e Londra stanno rispondendo a questo bisogno di cambiamento

La pandemia da Covid-19 ha riportato alla luce argomenti di dibattito che, prima dell’arrivo del virus, apparivano secondari e spesso messi da parte, portando a una riflessione sulla questione della mobilità legata al cambiamento climatico e l’impatto dell’uomo sulla Terra. I primi lockdown – iniziati nel mese di marzo 2020 – diedero vita a “città fantasma”, ovvero città prive della circolazione dei mezzi pubblici di trasporto e di veicoli privati. La conseguenza di questa diminuzione nella circolazione è stata più che evidente: centri abitati, grandi o piccoli, hanno avuto modo di beneficiare di una migliore qualità dell’aria. 

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 92 per cento della popolazione vive in zone in cui l’alta presenza di polveri sottili, dovute principalmente ai motori a scoppio, rappresenta un serio pericolo per la salute. Le chiusure dettate dalla pandemia hanno fatto sì che le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) e PM10, che identifica le particelle solide e liquide sospese di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 μm, tra i più dannosi inquinanti dell’aria, diminuissero notevolmente: una delle città più inquinate in Italia, Milano, ha infatti visto una riduzione di tali elementi del 70 per cento. Inoltre, è stata registrata un’ulteriore diminuzione del 7,6 per cento di emissioni di gas serra in Europa durante il 2020, questa legata al cambiamento delle abitudini lavorative e di vita.

Tuttavia non è il fermo causato da un’emergenza planetaria la soluzione più adatta, e sufficiente, per una problematica che avrà ripercussioni enormi sul nostro presente e l’imminente futuro. È necessario, dunque, ideare una strategia futura, applicabile nel medio-lungo periodo, che comprenda maggiori e più significativi investimenti infrastrutturali, mirando non solo a una mobilità sostenibile, ma anche nella direzione di un cambiamento culturale, il quale svolge un ruolo chiave nel successo di queste nuove strategie. 

Alcune megacity hanno già avviato progetti e percorsi di trasformazione della mobilità verso strade più sostenibili e vivibili. Queste grandi città puntano sulle intermodalità, collegando i percorsi tradizionali con quelli che sono stati progettati per i veicoli non inquinanti (comprese le biciclette e i monopattini elettrici) e quindi gli investimenti nel trasporto ferroviario e la rete metropolitana della città, sostenendo un cambiamento culturale che porti i cittadini a lasciare i veicoli privati e a viaggiare sui mezzi di trasporto pubblici.

Tra queste grandi città, spiccano a livello europeo Milano, Parigi e Londra che, secondo il City Mobility Index sulle migliori pratiche in tema di trasformazione urbana elaborato dalla società di consulenza Kantar, risultano tra le prime dieci metropoli che hanno avviato ambiziosi progetti infrastrutturali, basati sulla costruzione di nuove linee metropolitane e piste ciclabili con l’obiettivo di impattare a livello strategico il tessuto urbano. 
 

Milano

Con la costruzione della nuova Linea Blu della metro iniziata nel gennaio 2015 – M4 – che permetterà al centro cittadino di raggiungere l’aeroporto di Linate in circa 15 minuti attraverso una linea lunga 15 chilometri con 21 stazioni, Milano si conferma come sesta città al mondo in tema di mobilità urbana sostenibile. La Linea Blu non è, però, l’unico progetto che si pone come sfida alla mobilità. L’amministrazione della città si è spesa negli ultimi anni per ridurre le emissioni di CO2 ponendosi come obiettivo per il 2030 la totale scomparsa del diesel dalla flotta dell’Azienda trasporti milanesi (Atm), che sarà sostituita da 1200 autobus elettrici riducendo le emissioni di circa 75mila tonnellate l’anno. Inoltre, nella fase post-Covid, la città ha sperimentato un boom nell’uso dello sharing: auto, scooter, monopattini e bici elettriche. Da qui nasce l’obiettivo dell’amministrazione milanese di realizzare nuove infrastrutture per implementarne l’utilizzo, come le piste ciclabili.
 

Parigi

Come accennato in precedenza, anche la capitale francese si pone a modello per il passaggio alla mobilità sostenibile avviando la costruzione del Grand Paris Express, comprendente circa 200 chilometri di linee sotterranee capace di collegare tutti i 131 comuni della Île-de-France a Parigi, per un costo complessivo di oltre 35 miliardi di euro. La realizzazione dei lavori è affidata alla Société du Grand Paris secondo cui i cantieri del Grand Paris Express creeranno 15mila posti di lavoro all’anno. Grazie alla sua estensione, l’opera sarà anche in grado di decongestionare il traffico costituito da 8,5 milioni di persone al giorno che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici nella Île-de-France trascorrendo una media per abitante di 1 ora e 20 minuti in viaggio (Métropole du Grand Paris).
Con un piano dal valore di 350 milioni di euro, Parigi, così come Milano, punta alla mobilità sostenibile anche attraverso l’implementazione di piste ciclabili, invitando a un maggior impiego di bici e monopattini elettrici in alternativa ai mezzi a motore. L’obiettivo che la capitale si pone è quello di una “città in 15 minuti” dove tutto sia a portata di mano, condizione che con la pandemia è risultata indispensabile.
 

Londra

A concorrere con la Linea Blu di Milano e il Grand Paris Express vi è il progetto londinese: la metro Elizabeth Line (ex. Crossrail), lunga 100 chilometri che taglia da Ovest a Est il sottosuolo della città, prevedendo un impiego di 25 miliardi di sterline. La sua estensione garantirà a 1,5 milioni di persone, oggi tagliate fuori dall’attuale rete di trasporti, di accedervi e raggiungere le maggiori aree metropolitane in meno di 45 minuti, riducendo di conseguenza la congestione nelle linee già esistenti. 
La metro Elizabeth Line fa parte di un più ampio progetto di ripartenza della mobilità londinese. Siemens ha infatti sviluppato un nuovo modello di treno metropolitano, Inspiro, che garantisce le riduzioni di emissioni di CO2 e l’ottimizzazione del traffico urbano, grazie alla sua efficienza energetica e alla riduzione complessiva del peso della struttura del treno.
La ripartenza delle città post-Covid può essere sfruttata come rinascita green delle città stesse, definendo politiche volte al miglioramento dei mezzi sostenibili e prendendo le tre capitali europee, Milano, Parigi e Londra come dei veri e propri modelli di riferimento.


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